aversjufNel 1472 il parroco protestante N. Sererhard scrisse “Una regione selvaggia, difficilmente paragonabile a qualsiasi altra per selvatichezza”. Lo scriveva nella sua descrizione di ogni comune dei grigioni.

Ed è questo che ho trovato anch'io più di cinquecento anni dopo, un luogo solitario lontano dai grandi centri turistici della Svizzera e in particolare della regione dei Grigioni.
Situata in un fondovalle tra i 1500 e i 2100 metri, si inerpica da Innerferrera a Juf, conosciuto come il villaggio più alto d'Europa, la via si snoda fra gole, pascoli e piccoli villaggi della Val Avers.
Ma partiamo dall'inizio. Sentendo più volte parlare di questo villagio mi ero ripromesso di visitarlo per vedere se quanto letto fosse vero.
Studiando la cartina vedo che Juf è situato vicino al Confine italiano e per raggiungerlo la strada migliore è quella che attraversa il Passo dello spluga.
Così in un giorno qualsiasi di un mese estivo un pò diverso dal solito per i suoi sbalzi di temperatura poco razionali, sono in viaggio lungo la statale dello Spluga.

Tra camion, camper, ciclisti e turisti non mancano certo i motociclisti in sella ad ogni tipo di 'destriero' che potete conoscere.
Per fortuna dalla mia parte c'è il tempo un sole meraviglioso che scalda e allontana il fresco che si sente salendo verso lo spluga, il cielo è un azzurro intenso.
Stuetta la diga e poi il lago, monte Spluga e infine la dogana. Dove i soliti Carabineri fermano me e non gli altri con rombanti enduro. Si riparte raggiungendo Splugen, superare Sufers e il suo lago e raggiungere Avers dove si prendono le indicazioni per la Val Ferrera.
Una valle meravigliosa, da Innerferrera la via prosegue sul percorso della prima carreggiabile aperta nel 1895, per poi sfociare nel territorio di Avers attraverso un incredibile gola.

Tra spettacolari giochi d'acqua, rocce che assumono sfumature diverse da qualsiasi lato le guardiate è facile anche intravedere arcobaleni tra i 'vapori' che questi giochi creano. Aggrappati alle rocce spuntano alberi.
Ma più si sale e più il paesaggio cambia diventando più brullo e tipico dell'alta montagna. Il silenzio è incredibile e non nascondo un leggero disagio nel disturbarlo.
Arrivo così a Juf un villagio di tre forse quattro case dove la fermata del bus è di fronte all'unico negozio che fà da drogheria, vendita di souvenir, bar e albergo.
In religioso silenzio mi fermo e anch'io inizio ad ascoltarlo, il silenzio, assaporando un misto di goia perchè qui ti senti sollevato in questa pace dove puoi permetterti di lasciare la moto lì e tu qualche metro più su sdraiato ad ascoltare il vento che ti porta via i pensieri che gravano sulle spalle o forse più sul cuore di un uomo qualsiasi.

Ad un certo punto della val Ferrera ci sono le indicazioni per la Val di Lei. la cui storia merita un cenno rapido.

Da un punto di vista geografico la Valle di Lei è situata nel bacino del Reno (Svizzera), ma fu acquistata nel 1462 dal comune di Piuro (Valchiavenna - Italia).
Nel 1863 questa proprietà divenne confine di Stato.
Nel secondo dopoguerra, avvenne un fatto "strano" la morfologia del territorio e le sue acque resero la Valle di Lei molto interessante da un punto di vista industriale, per essere più precisi dall’industria idroelettrica elvetica.
Sorse a quel punto un problema politico.
La diga sarebbe stata costruita su territorio italiano ma ! in caso di incidente le valli minacciate sarebbero state la Val Ferrera e la Val Schons. Territorio svizzero.
I politici trovarono una soluzione al problema piuttosto curiosa. Nell'anno 1952, dopo una lunga trattativa, i due paesi raggiunsero la conclusione che l’Italia avrebbe ceduto alla Svizzera una striscia di terreno di circa 0,5 km², giusto il terreno per costruire la diga, in cambio, la Svizzera avrebbe ceduto una porzione equivalente di territorio poco più a nord.
La frontiera tra Avers e Val di Lei segue così una linea curiosa. Se guardate la vostra cartina vedrete all'altezza della V. di Lei un ipotetico "quadrato" che si insinua sul territorio italiano.