cartinaL'itinerario a inizio a Colico, al forte di Montecchio Nord.
La visita al forte è il vero inizio dell'itinerario di oggi, perché da qui inizia l'intreccio della "grande guerra" con il territorio.

 Forte Montecchio Nord, realizzato in pochi mesi tra il 1912 e il 1914, a ridosso della Prima Guerra Mondiale, è una delle grandi opere fortificate su cui si impernia il complesso sistema difensivo della Frontiera Nord verso la Svizzera. Questo fu concepito e realizzato dal Regno d'Italia a protezione di un eventuale possibile attacco in forze attraverso la Confederazione Elvetica proveniente dalla Germania o dall'Austria-ungheria. Fonte sito www.fortemontecchionord.it

 

Usciti dal Forte s'inforca la moto direzione Galleria di mina di Verceia.
Una deviazione all'itinerario è la visita al Forte Fuentes a pochi metri dal forte Montecchio, l'edificio non ha rilevanza storica collegata alla Grande Guerra.
Si prende la SP72 e ad un rondò si seguono le indicazioni per Dubino – Galleria Verceia SS36, alla vostra sinistra costeggerete la Riserva Naturale di Pian di Spagna.

La galleria di mina di San Fedele di Verceia, è una delle opere più importanti nel suo genere. Realizzata tra il 1916 e il 1917, quale opera di sbarramento del passaggio obbligato della Strada dello Spluga e della ferrovia della Valchiavenna in corrispondenza della doppia galleria, stradale e ferroviaria, scavata nello sperone di roccia di San Fedele che si getta nel Lago di Mezzola, sperone un tempo aggirato da monte grazie all'antica Strada dei Cavalli. Fonte www.difesadellario.it

 

La visita alla galleria è coinvolgente, usciti riprendete la strada percorsa e poi seguite le indicazioni per bormio percorrendo la Statale dello Stelvio. Punto finale dell'itinerario.
Prima però c'è da visitare il Forte Canali di Tirano, certo resterete un po' delusi dal suo "stato" attuale soprattutto se arrivate dalla visita al Forte Montecchio.

Nel 1862 la Commissione Permanente per la Difesa dello Stato nel suo Piano Generale di Difesa propose la costruzione di un forte all'Aprica per impedire ad un eventuale nemico proveniente dalla Valtellina di accedere alla Val Camonica. Tuttavia nel piano ridotto, compilato nello stesso anno, la stessa Commissione adottò il concetto di non tenere conto delle offese provenienti dalla svizzera ed escluse pertanto la nuova opera.

Tale costruzione sarebbe servita soltanto per difendersi da un eventuale attacco attraverso la strada dello Stelvio, impraticabile nella maggior parte dell'anno, perché allora il valico del Bernina non era ancora rotabile. Il progetto fu comunque inserito ancora nei Piani Generali di Difesa redatti successivamente, fra i quali era previsto un nuovo forte da erigersi al colle dell'Aprica con una spesa prevista di lire 600.000. Fonte www.fortificazioni.net

Da Tirano si parte per una tirata dritta direzione Passo dello Stelvio, giunti a Bormio, poco dopo l'uscita dall'ultima galleria all'altezza di un ponte svoltate a sinistra direzione Oga, Forte di Oga.
La strada sale e la visuale sulla valle e l'ortles è impressionante.

Il Forte militare di Oga fu eretto a difesa dei principali valichi alpini dell'Alta Valtellina tra il 1908 e il 1912. La struttura, oggi parzialmente nascosta dall'avanzare del bosco, fu collocata in posizione panoramica, in località Dossaccio (1740 m). Fonte www.alta-valtellina.it

 

Parcheggiate la moto al parcheggio del bar, da lì parte un sentiero che vi porterà in pochi minuti al forte (la strada è percorribile solo a piedi). Quello che lascia senza parole è la vista che da qui si ha sull'intero comprensorio. Tempo di ripartire.

Vi siete mai chiesti cos'è quell'edificio prossimo alla curva con una chiesetta sulla sinistra e una lapide sulla destra, (se arrivate da Bormio) ?
Vi trovate di fronte all'ossario dello Stelvio, prima sosta e visita. L'Ortles o Ortler, è stato spettatore silenzioso e sui suoi sentieri passarono uomini e crude battaglie.

A cavallo tra la provincia di Sondrio e l'Alto Adige e non lontano dal confine con la Svizzera si trova il Sacrario del Passo dello Stelvio. Il piccolo monumento raccoglie i resti di 64 militari italiani caduti in questa zona del fronte, provenienti dai dismessi cimiteri di guerra di Spondigna (Val Venosta) e da quello di San Ranieri, antistante al Sacrario stesso. Le morti, in questa zona, avvennero sia per la guerra che per le condizioni climatiche spesso proibitive. Non va dimenticato infatti che il Passo si trova ad oltre 2500 metri s.l.m. e fu uno degli scenari della cosiddetta "Guerra Bianca".

Il sacrario è posto a 2.320 metri s.l.m. ed è il più "alto" fra i sacrari della Grande Guerra. Fu realizzato su progetto di Pietro del Fabbro nel 1932 e richiama gli archi romani che celebravano le vittorie dell'Impero Romano. Nella parte interna sono stati costruiti i loculi che contengono le spoglie dei soldati mentre l'intera struttura è circondata da un recinto in ferro. Sul cancello d'entrata si trovano due colonne in pietra che raffigurano due pugnali.

Fonte www.itinerarigrandeguerra.it

Di nuovo in sella e raggiungiamo il Passo. Entrate nell' ufficio della banca, Popolare di Sondrio, al suo interno è allestito un piccolo museo di reperti raccolti nei dintorni.

Qui termina il nostro itinerario.

Note : Le foto sono tratte da internet (tranne quelle del Forte Oga)