carta stradaleAvere in mente un luogo, una meta, poi, seduto, al tavolino di un bar con la carta stradale aperta e scoprire nuove strade del luogo.
L'itinerario descritto parte da Lecco.

Questo è ciò che è accaduto un sabato qualsiasi. La meta era il lago Maggiore, in particolare il bellissimo eremo “Santa Caterina del Sasso”.

"...La tradizione vuole che l'Eremo sia stato fondato da Alberto Besozzi, un ricco mercante locale che, scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita.
Lì il Beato Alberto fece edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d'Egitto, attualmente visibile sul fondo della chiesa...." - Cit. Tratto da http://www.santacaterinadelsasso.com/storia

"...Da sottolineare è il miracolo di inizio Settecento, quando cinque enormi massi "ballerini" precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910...." - Cit. Tratto da http://www.santacaterinadelsasso.com/storia

"...Dal 1970 l'Eremo è proprietà della Provincia di Varese. Dal 1986 al 1996 è stato retto da una comunità domenicana, oggi invece è passato agli oblati benedettini...." - Cit. Tratto da  http://www.santacaterinadelsasso.com/storia

L'eremo è qualcosa di unico e straordinario, incastonato a strapiombo sul lago con la bellissima vista sulle montagne circostanti, un luogo veramente magico visitato in un autunno meraviglioso.
Partendo da Lecco basta seguire le indicazioni per Como passando per Erba, ora sopraggiunge il tratto più noiso e faticoso, l'attraversamento della città di Varese, seguite le indicazioni per Gavirate e poi per leggiuno e sopraggiungete sul lago. Qui inizieranno a comparire le prime indicazioni per l'Eremo.
Seguite e fate attenzione ai cartelli, soprattutto l'ultimo, una curva a sinistra che immette in una strada interna, non è molto visibile. La strada è a fondo chiuso, alla fine c'è il parcheggio, non custodito, oppure proseguite e arriverete al parcheggio (asfalto sterrato), del bar dell'ascensore e da dove partono le scale che portano all'eremo.
Personalmente ho parcheggiato all'inizio, (primo parcheggio), dopo una breve passeggiata giungete al bar/ascensore, dove iniziano le scale. Scelgo di fare le scale (per la coda all'ascensore e perché più utile agli anziani, malati o portatori di Handicap che vogliono visitare il luogo).
La fatica delle scale viene ricompensata dalla bellezza del luogo. Magico e particolare.
Risalito mi fermo al bar, apro la mia carta stradale, inizio a perlustrarla e … guarda un po' quel giro di curve lì vicino, sono già in sella e costeggio il lago fino a Laveno, poi giro a destra per raggiungere Cittiglio e da lì inizia una serie di curve che mi chiamano. Purtroppo non è stato così semplice, fino a Cittiglio nessun problema, di seguito iniziano i soliti problemi di orientamento risolti puntando e studiando i cartelli che indicano il paese di Vararo.
Trovato il cartello, trovo il divertimento di curve e panorami mozzafiato sul lago, la vegetazione inizia ad aumentare trovandomi catapultato in un bosco incantato da curve e curve fino a scollinare al “passo”.
Mi fermo, scendo, incrocio un gruppo di tedeschi sulle loro roboanti Bmw, decido di perlustare la zona a piedi, giusto per sgranchirmi un po' le gambe e scattare qualche foto su un panorama incredibile, che spazia dal lago alle colline che lo circondano su fino alle alpi.
Risalgo in sella e la discesa è vertigginosa tra un seguirsi di curve senza fiato, arrivo alla fino della strada. Qui le indicazioni mi portano ad Arcumeggia o di nuovo verso il lago.
Decido di proseguire per Arcumeggia, una scoperta che, ancora oggi mi lascia senza parole. Cos'è Arcumeggia ? Ecco la risposta più adatta...

"...Dal 1956, per volontà dell'Ente Provinciale per il Turismo, fu avviata nel paese un'esperienza innovativa, con l'obiettivo di combattere l'abbandono dei territori montani. Il Presidente dell'EPT, Dott.. Mario Beretta, fu il promotore della trasformazione di Arcumeggia in una “galleria d'arte a cielo aperto”, in cui vennero chiamati artisti di fama nazionale ed internazionale a realizzare affreschi sulle facciate delle case rurali e furono attivati corsi estivi di tecnica dell'affresco, concorsi e mostre d'arte. Negli oltre cinquant'anni di esperienza gli incontri artistici sono divenuti una consuetudine che si è puntualmente rinnovata nel tempo. Il numero delle opere presenti è cresciuto, e ad oggi sono oltre 150 i dipinti che costituiscono il patrimonio pittorico di Arcumeggia...." - Cit. da :http://www.proarcumeggia.it/

Quello che più di altro mi ha colpito è il fatto che ogni opera, avesse un QR Code come audioguida, incontro perfetto tra tecnologia, cultura e turismo.
Dopo una breve, ma intensa, sosta culturale si riparte in direzione Varese, costeggiando il Monte Legnone, sono nel “Parco del Campo dei Fiori”, il nome è tutto un programma, poi di ritorno rifaccio la stessa strada dell'andata.
Raggiunto Como decido di costeggiarlo fino a Bellagio, quando all'altezza di Nesso intravedo un cartello che mi spinge a seguirlo, il cartello indica Sormano (Piano del Tivano).
“Il muro di Sormano” caro ai nostri amici ciclisti e da lì si può proseguire per la Madonna del Ghisallo, dove è obbligo fermarsi per un aperitovo e per visitare il museo del ciclismo.
Si riparte, Bellagio e infine Lecco passando per Onno.

Consigli :

  • I controlli delle forze dell'ordine sono frequenti nei fine settimana, le strade posso spingere ad aumentare la velocità, ma il manto stradale non in perfetto condizioni può creare problemi, si percorrono, soprattutto in primavera, estate e autunno molti turisti e ciclisti sulla strada. PRUDENZA
  • L'itinerario proposto può essere effettuato in un giorno con le giuste pause e visite, potete allungarlo con le varie opportunità che la zona offre, soprattutto a livello storico architettonico.

 

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