carta stradaleAvrei voluto intitolare questo itinerario, “I due Ponti”, rendendomi subito conto dell'errore.
Troppo riduttivo.
Tutto è iniziato da un articolo che parlava di un ponte di barche, non avendo mai attraversato un ponte di barche in moto ero già con la cartina in mano a studiare il possibile itinerario e sabato mattina ero in sella direzione Bereguardo, provincia di Pavia.

Sull'A7, uscita Bereguardo, da qui importante seguire le indicazioni per il paese.
Una volta giunti in pase dopo una, s, piuttosto stretta seguite le indicazioni per fiume ticino, la strada vi porterà fuori dal paese ad immergervi in un ambiente tipicamente padano.
Chissà perché ma in quel momento mentre sentivo avvicinarsi il fiume e quindi il ponte ho immaginato una scena del film “Don Camillo” .
Quella in cui la gente del “paesello” si mette alla ricerca di Don Camillo creduto annegato nel grande fiume e tutti, su un ponte di barche con la torcia in mano a illuminare il grande fiume per scovarlo.
Ed ecco dopo una curva a sinistra, il ponte.
Ammetto la delusione. Ok non immaginavo km di ponte ma nemmeno pochi metri, con assi rotti e alcuni pericolanti.
Però che emozione, la prima volta non si scorda mai, superato il ponte mi fermo al bar x assaporare una Coca Cola ghiacciata, il caldo inizia a farsi sentire.
Decido di tornare al ponte per due foto e ben presto mi siedo sotto un albero a respirare un po' di aria fresca e mentre mi guardo attorno mi chiedo come possano due ragazze prendere il sole sdraiate su una spianata di sassi con un caldo del genere.
Si riparte e avendo deciso di visitare i due ponti l'idea è far direzione su Broni per fare il ponte della Becca, passando prima per il Brallo.
Direzione Voghera e di seguito Ponte Nizza.
Siamo in Val Nizza, meravigliosa valle, arrivato a Ponte Nizza un cartello m'incuriosisce.
Sarà capitato anche a Voi, un giorno, mentre viaggiate in solitaria con la Vostra moto cambiare strada, inventare il percorso, vagare senza una meta precisa, lasciandoVi trasportare dal momento, dal luogo o dalla semplice curiosità da pellegrino motorizzato.
Il cartello marrone in realtà mi dice.
“Non hai mai visto l'Eremo di Sant'Alberto di Butrio, è una bellissima giornata ed è solo all'inizio, hai bisogno di altre parole ?”
No, perché ho già svoltato a sinistra e poi a destra e tra campi e boschi all'ultimo momento nascosto da un silenzio irreale scopro un luogo che mi ha lasciato senza parole.

Sant’Alberto di Butrio è un’oasi di pace dove la fede, l’arte e la storia nobilitano l’incanto di una regione ancora inviolata dell’Appennino vogherese.

Quel panorama, contemplato dalle vette sovrane del Penice, del Bogleglio, del Giarolo, dell’Ebro, presenta una successione digradante di scogliere biancastre, franose, prive di vegetazione, come risultato di chissà quale cataclisma geologico.

Ma chi risale dalla pianura ha dinanzi il prospetto dei colli più esposti a tramontana e perciò ricchi di terreni coltivati e rivestiti di foltissime boscaglie.

La zona montagnosa di san’Alberto, dove il pittoresco s’alterna con l’orrido che riserva qualche volta sorprese anche ai più sperimentati, è battuta secondo le stagioni da frotte di cacciatori del genovesato, del pavese, dell’alessandrino e da solitari cercatori di funghi che ne conoscono tutti gli anfratti, tutte le coste, tutti i sentieri più minuti. Cit. Sito http://www.eremosantalbertodibutrio.it/

Un paradiso di pace e bellezza, un luogo che ricorda i borghi ed eremi umbri.
Parcheggiato la moto mi inoltro nella visita.
Malincuore lascio l'eremo e studiando la carta scopro una strada che passando vicino al castello di Oramala mi porta a Varzi e poi in Val Staffora dopo inizia la salita al Brallo. Sosta. Pranzo. Si riparte in direzione del Penice.
La strada che collega il Brallo al Penice è una terrazza, dalla quale godere un panorama incredibile.
Arrivato al Penice, mi prende ancora l'anima pellegrina.
Il cartello bianco con scritta Santuario in reltà mi dice.
“Da quanti anni vieni qui e mai, dico mai, sei salito al Santuario ? Non è ora di toglierti il sassolino dalla scarpa e scoprire com'è fatto ?”
Ok, non c'è bisogno di dirlo, sono già qui, sulla strada a evitare buche tra curve e antenne e poi alla fine un'altro terrazzo, incredibile, pazzesco.
Cari motociclisti non sapete cosa Vi perdete a non salire fin quassù.
La vista a 360° sulla valle ti lascia senza parole, anche da qui non vorrei andarmene, ma dopo un buon caffè e una lettura veloce alla carta mi rendo conto che è ora di andare, l'ultima meraviglia mi aspetta.
Broni e il ponte della Becca.
SP412, Zavattarello, SP201, SP198 ed ecco il ponte. Incredibile, mi sento immerso in un viaggio temporale trasportato a New York al ponte di brooklyn...

Ok, forse ho esagerato, ma la struttura in ferro così composta confonde, la lunghezza poi, aiuta a godersi il tragitto.

Il Ponte della Becca è un ponte della provincia di Pavia, costruito nel 1912 sulla confluenza tra i fiumi Ticino e Po. Parzialmente distrutto a seguito di bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale, fu ricostruito nel 1950.

Il ponte è costruito con un'armatura in ferro che lo avvolge completamente. La strada che lo percorre è la Strada statale 617 Bronese, che percorre la tratta Broni-Pavia. È lungo in totale 1,081 km.

Alla fine del lato pavese del ponte è sorto, a partire dagli anni 1990, un complesso turistico estivo la cui finalità è lo sviluppo della navigazione fluviale. A causa delle frequenti esondazioni da parte dei due fiumi, che spesso sommergono completamente la zona durante la stagione fredda, l'unica attività consentita alla base del fiume è proprio quella basata sulla navigazione. Peraltro, i due fiumi non sono balneabili, a causa dei gorghi che tendono a formarsi proprio in prossimità dei plinti del ponte e, ovviamente, dell'inquinamento delle acque. Cit. Wikipedia

Un bellissimo giro, per luoghi che fanno sognare.

Consigli :

  • I controlli delle forze dell'ordine sono molte frequenti, le curve attirano molti smanettoni soprattutto nei fine settimana, quindi. PRUDENZA
  • L'itinerario proposto può essere effettuato in un giorno con le giuste pause e visite, potete allungarlo con le varie opportunità che la zona offre, soprattutto a livello architettonico. Dipende sempre da dove arrivate.
  • Informarsi prima su orari e aperture dei luoghi.

 

Itinerario : Google Maps