graficaL'idea nasce alcuni giorni dopo il post di Marta, anima di Road Racing Core, del 30 luglio su Facebook.

Seguo il progetto di Marta fin dalla nascita, scoperto per caso durante una ricerca su Google sulle mie e nostre amate Road Races.
All'inizio pensavo fosse un gruppo di amici, poi un ragazzo, alla fine incuriosito mando una mail e boom ! Scopro che dietro c'è una ragazza.
Una donna che oltre a essere molto carina è Veramente brava, ma veramente ! Basta leggere i suoi articoli, i suoi post, riesce a trasmettere una passione sincera, pura come pochi altri.
Durante l'ultima edizione del MBE (2018), a Verona ho, finalmente !, il piacere di incontrarla insieme a Diego Mola co-autore del libro “Road to Racing”.

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Parlando mi accenna a “qualche nube” sul futuro del sito. Onestamente non gli ho creduto, i numeri suoi social sono lì da vedere, come può un progetto con quel seguito avere “nubi” ? E invece arriviamo al famoso giorno di Luglio.
Come posso aiutarla ? Marta è brava ha avuto un coraggio che molti si sognano, merita di essere aiutata !
Mentre leggo i vari commenti su Facebook, i siti che raccontano di Road Racing Core, nasce l'idea.
Invece di scrivere quanto è brava, professionale, ecc., “frasi fatte” e spesso vuote, far in modo che sia Lei a raccontare e descrivere il suo progetto, far capire cosa ci sia dietro una semplice schermata.
Non sono un giornalista e le domande mi sono nate per curiosità.

Grazie Marta !

Per il tempo che mi hai concesso e per Road Racing Core. 

- Partiamo dalla fine, dopo l'evento “Road Racing Night” organizzata a Ciapa la moto su FB posti un articolo dove dici “...Stavo malissimo, ho dimenticato delle cose che volevo dire,non mi sono gustata molto il momento..” Cosa volevi dire?

Stavo malissimo perché avevo l'influenza e la mia solita emicrania, quindi è stato abbastanza difficile essere lucida e anche riuscire a godermi quella serata! Il fatto di non gustarmi le cose poi è un po' una mia caratteristica; non capita tutti i giorni, ad esempio, di vedere un 16 volte vincitore al TT seduto sul divano di casa tua; eppure, presa tra mille pensieri per organizzare quella serata, non mi sono goduta quel momento, così come tanti altri... come sempre!

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- Il 30 luglio metti su Fb un post “Shock” dove ammetti, apertamente e senza filtri, la difficoltà di continuare con RRC con la stessa passione di sempre?

Non esattamente: la passione c'è sempre, quella credo non passerà mai. Ciò che volevo esprimere era la difficoltà di poter continuare con www.roadracingcore.com in senso assoluto. Quando ho iniziato con RRC nel 2013 avevo un normalissimo lavoro e il sito era solo un hobby; da questo, però, si sono sviluppati nuovi progetti che mi hanno assorbito sempre più tempo. Ero arrivata a non avere quasi più una vita sociale: lavoro, computer e sito in pausa pranzo, lavoro, computer e sito alla sera e alla notte. Poi, ad inizio 2017 ho preso una decisione veramente azzardata ma che sentivo di volere a tutti i costi: ho lasciato il "lavoro vero" per trasformare RRC e gli altri progetti nel mio lavoro di tutti i giorni. Vorrei chiarire che non sono né stupida né illusa, non ho mai pensato che un sito sulle road races, argomento assolutamente di nicchia, potesse "darmi da mangiare"; ho fatto questa scelta perché avevo altri progetti e collaborazioni avviate, che però hanno fatto fatica ad ingranare e si sono un po' perse. Così, a distanza di un anno, mi sono ritrovata ad aver investito soldi per andare a vedere le gare e dare un valore aggiunto al sito, quando poi di soldi dagli altri progetti ne entravano ben pochi. Con il sito non ci guadagno assolutamente niente, non c'è pubblicità come possono vedere tutti; al massimo vendo un po' di merchandising. Ci ho messo tanto, in tutti i sensi, ma ci ho perso anche tanto. Alla fine, quest'estate ho guardato in faccia la realtà e mi sono detta che ero purtroppo arrivata al capolinea; certo, avrei potuto cercare un altro lavoro e continuare come prima tenendo RRC come un hobby, ma ormai era difficile tornare indietro e ridimensionare le cose. E poi io sono così, o tutto o niente. O lo faccio bene o non lo faccio. Perciò è nato quel post su Facebook; a fatica, ma sentivo di dover chiarire la situazione con le tantissime persone che seguono RRC. Da lì è successo qualcosa di inaspettato: ho ricevuto una valanga di messaggi e telefonate di persone che volevano darmi un supporto morale o consigli di qualsiasi tipo, soprattutto per raccolte fondi; pur lusingata, sentivo però che erano soluzioni temporanee, oltre al fatto che non sopporto l'idea di chiedere soldi alla gente in questo modo. Nel frattempo, però, sono arrivate anche proposte reali di collaborazioni: tra settembre e dicembre credo di aver fatto quasi fatica a respirare per i tanti impegni e le tante cose iniziate, ma va benissimo! Cosa sto facendo? Lavori part-time sempre nel settore motori e collaborazioni anche da casa; in questo modo ho abbastanza tempo per continuare con RRC.
Sembra tutto bello da fuori, soprattutto ciò che si vede sui social e soprattutto quando sono alle gare: bisogna però saper filtrare quello che si vede. Inoltre, c'è chi mi dice che sono "fortunata"; no, credo che la fortuna bisogna anche sapersela costruire.

- L'ultima e unica volta che abbiamo parlato hai detto che molti ti suggerivano di trasformarlo in un sito tutto in inglese, hai mai pensato a questa opzione?

Sì certamente, ma per questioni di tempo non ci riesco. Molti pensano che dietro a RRC ci sia un team, ma in realtà sono da sola. Le interviste ai piloti però le pubblico sempre anche in inglese, in modo che loro possano condividerle. Scrivere ogni articolo anche in inglese rimane comunque una cosa che vorrei fare, anche perché alcuni stranieri dicono di leggere RRC con Google traduttore...! Meglio correre ai ripari, ahah! 

- Secondo te il 2018 potrebbe essere un anno decisivo per questo mondo ? Nel bene e nel male.

Forse non decisivo ma sicuramente influente. Gli incidenti fatali nelle road races ci sono sempre stati, quest'anno però hanno colpito nomi importanti: Dan Kneen, William Dunlop, James Cowton. Tutti così vicini nel tempo e sulla scia dell'orribile incidente di Dan Hegarty a Macao lo scorso novembre. Già a Macao 2018 si sono registrare molte defezioni: ho fatto una statistica e molti piloti habitué del Guia Circuit hanno preferito restarsene a casa perché diventati da poco padri di famiglia.

- Dopo un libro e un sito di successo, sapresti descrivere cosa sono realmente, senza peli sulla lingua, le Road Race?

Guardandole da fuori, guardando i video su YouTube o alcune fotografie, è facile additare questi piloti come dei pazzi e pensare che queste siano gare anacronistiche; è perfettamente comprensibile. Ma quando entri in questo ambiente, assisti a qualche gara, conosci qualche personaggio, respiri l'atmosfera unica di queste corse, allora ti rendi conto davvero che non c'è niente di più lontano da quell'immagine di follia. Le road races sono adrenalina pura guidata da meticolosa preparazione, sono cuore e testa, che non possono fare a meno l'uno dell'altro. Sono passione incondizionata, sono una droga che ti fa tornare, ancora e ancora, che tu sia pilota o semplice spettatore.

- In questi anni in cui hai vissuto questo mondo non solo da spettatrice o giornalista, ma da “amica”, cos'hai trovato?

Una famiglia. Una grande famiglia. Quando vado alle gare, il primo giorno passo ore a salutare e chiacchierare con un sacco di persone, è incredibile quanto una passione in comune sappia unire gente tanto diversa e di tanti Paesi diversi. Vedo persone che vanno alle gare "a caccia" di top riders, ma in realtà il modo migliore per vivere questo ambiente così unico è mischiarsi alla folla, chiacchierare con i marshal, aggirarsi nel paddock tra le tende e i furgoni dei team più piccoli; solo così si troverà l'essenza vera delle road races. Poi, voglio essere onesta: non è ovviamente tutto rose e fiori. Ci sono ingiustizie da parte degli organizzatori di alcune gare, ci sono team manager che non pagano i propri meccanici, ci sono piloti che cercano di fregare i colleghi; è ovvio, non può essere tutto bello come in una favola, però per il 90% mi sento di dire che sia un ambiente davvero fantastico.

- Le Road Races sono una nicchia, spesso criminalizzate per la loro pericolosità,ma chi le scopre se ne innamora follemente, secondo te perchè ?

Proprio perchè è un ambiente quasi del tutto genuino, un ambiente dove si può godere di gare mozzafiato e poi bersi una birra fianco a fianco con i protagonisti di quelle gare; perchè tutto è così accessibile e a portata di mano. E poi, l'adrenalina che si prova a veder sfrecciare le moto così vicine a noi è incomparabile.

- Perchè, da addetta ai lavori, le road races sono così criminalizzate dalla stampa e media, pure quelli di settore ?

Lo sono sempre state, a partire dagli anni '70, quando gare come il Tourist Trophy e l'Ulster GP vennero estromesse dai calendari del motomondiale. E, a mio parere, è stata la decisione giusta: non era pensabile obbligare un pilota a correre su strada oltre che in pista. Un episodio come quello di Virginio Ferrari, che abbandonò Dundrod mettendo a repentaglio la sua posizione nella classifica mondiale, la dice lunga. Oggi le road races sono una libera scelta ed è così che deve essere, sono troppo pericolose per essere imposte a qualsiasi pilota. Sulla scia della loro estromissione dai calendari mondiali, i media si sono accaniti contro le road races, o, al contrario, le hanno fatte diventare un tabù. Solo recentemente sono tornate alla ribalta e, come in tutte le cose, c'è chi ne parla bene e chi ne parla male; questi ultimi, a mio parere, sono nella maggior parte dei casi persone che non hanno mai visto una road race dal vivo. Chiederne l'abolizione è da ignoranti, è limitare la libertà altrui.

- Nel 2013 quando hai creato Road Racing Core, cosa ti aspettavi ?

Che questo minuscolo sito venisse letto al massimo da una decina di persone....!

- Da dove nasce la tua passione per le moto e in particolare le Road Races?

Fin da bambina sono cresciuta tra i motori, a casa e fuori. Mio papà, poi, portava me e mio fratello a vedere le gare di Superbike, mentre mia mamma ci portava a vedere la Formula 1... Beh, ha vinto il papà! Poi, un giorno, tanti anni fa, mentre eravamo in vacanza in Irlanda del Nord con il nostro camper, ci siamo casualmente imbattuti nell'Ulster GP: è stato amore a prima vista. Conoscevamo per sentito dire il Tourist Trophy, ma da quel giorno ci si è aperto un mondo.

- Cosa vorresti che sia Road Racing Core?

La voce delle road races riconosciuta per la sua imparzialità, per la sua veridicità e per la sua passione. Ma credo che lo sia già!

- Quale sarà il futuro di Road Racing Core e il tuo, sempre più il volto delle Road Races in Italia ?

Spero di aver trovato finalmente il giusto equilibrio per continuare con RRC. Troppo spesso, come dicevo, la gente pensa che dietro al sito ci siano varie persone, mentre invece sono da sola: scrivo gli articoli, faccio le interviste, rispondo alle mail, vendo il merchandising, gestisco i social e la parte burocratica; a volte però non riesco ad arrivare dappertutto e ricevere messaggi di gente che si "lamenta" perchè non ho ancora pubblicato un certo articolo mi fa male. Ma per fortuna sono una rarità. Dall'altra parte, invece, ci sono un'infinità di soddisfazioni ricevute in questi anni, che mai mi sarei aspettata. La soddisfazione più grande, però, è sapere che il tempo che impiego, la passione che ci metto e l'amore per questo sport riescano a trasparire da ciò che scrivo e arrivare dritte a chi legge!

- E' appena uscito il tuo nuovo libro con il fidato amico e fotografo Diego Mola "Road Racing World" vuoi raccontarlo?

"Road Racing World" è un viaggio all'interno delle corse su strada dalla A alla Z... realmente dalla A alla Z, perchè i 26 capitoli sono 26 lettere dell'alfabeto e ognuna descrive un punto del tracciato, una gara, un elemento di questo mondo... Tutto da scoprire capitolo dopo capitolo. Come "Road to Racing" è in italiano e inglese, 160 pagine, copertina rigida e sovracopertina

 

Ancora Grazie a Marta e ricordo che il nuovo libro è in vendita a 29.90€ + spese di spedizione ordinabile a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Marta e Diego saranno presenti al MotorBikeExpo (2019) di Verona presso lo stand Lussiana Disegno Pad.5

Gallery (immagini prese da internet)

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Road Racing Core comprende anche un bellissimo merchandising, ecco alcune foto

 

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Due libri

roadtoracing 000 La mia Recensione, clicca qui

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Road Racing World book libro Marta Covioli Diego MolaLa nuova avventura di Marta e Diego.

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Protagonista del libro è anche il fotografo Diego Mola.

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